Apertura biblioteca capitolare in Reggio Emilia

Desideriamo condividere il nuovo progetto, al quale il Vescovo mons. Massimo Camisasca ha dato inizio: i lavori per l’apertura al pubblico della Biblioteca Capitolare, che troverà la sua sede nel Palazzo dei Canonici.

Si tratta senza ombra di dubbio di un’opera molto importante, che darà lustro alla diocesi e alla città e, si spera, permetterà una elevazione culturale del tessuto sociale in cui tutti operiamo.

Alleghiamo la lettera che la segreteria del Vescovo ha diramato, con le parole del nostro pastore e il progetto per la ristrutturazione dei locali.

Se qualcuno desidera contribuire con un versamento, ci sono anche le modalità operative.

Omelia nella santa Messa per l’Unione dei Giuristi Cattolici di Sua Eccellenza il Vescovo Massimo Camisasca

Festa dell’Esaltazione della Santa Croce

Vescovado, 14 settembre 2020

Cari amici,

questa nostra celebrazione si svolge nella festa dell’Esaltazione della santa Croce, da essa vorrei trarre il primo insegnamento per l’anno che inizia e anche per voi che vivete a strettissimo contatto con le problematiche, talvolta anche feroci, della vita di oggi.

Croce vuol dire salvezza. Lo abbiamo sentito nelle parole del vangelo di Giovanni. Dio non è venuto per condannare il mondo ma per salvarlo, non per condannare gli uomini ma per salvarli (cfr. Gv 3. 17). Oggi la parola salvezza viene pronunciata spesso con molta superficialità. Il cammino verso la salvezza è un cammino verso Colui che ci attende a braccia aperte. Nello stesso tempo è un cammino verso Colui che ha un profondo rispetto della nostra libertà e della nostra storia personale. Perciò chiede alla nostra vita di essere liberamente e ragionevolmente incamminata verso di lui. In altre parole chiede un cammino di conversione. Come abbiamo appena ascoltato nel Libro dei Numeri, nel deserto il popolo si domandava perché Dio li mettesse così alla prova. Forse è la stessa domanda che ci siamo posti noi in questi mesi passati, durante il periodo difficile del Covid. Troppo sbrigativamente abbiamo risposto che Dio non c’entra con il Covid. Invece Dio c’entra con tutto, anche se Lui non è la causa del male. Egli si serve del male, come si è servito del tradimento di Israele nel deserto, per condurlo alla salvezza attraverso la conversione. 

La conversione, nell’Antico Testamento, passa sempre attraverso degli eventi scioccanti come in questo caso i morsi dei serpenti che uccidono moltissime persone del popolo. L’intervento di Dio scuote il cuore dell’uomo per aiutarlo a riconoscere dove sta il bene e dove sta il male.

Talvolta l’uomo è così profondamente dimentico del bene e attratto dal male che, senza una scossa, non si riprende. La croce è questa scossa, evento centrale della storia del mondo che potremmo guardare per ore e ore senza riuscire a penetrarlo. È un evento sempre nuovo, sempre sconvolgente, sempre superiore ad ogni possibile categoria umana. È l’evento di Dio che attrae il cuore dell’uomo. Talvolta, per aprire in lui la strada dell’attrazione, Dio interviene in un modo che sembra un intervento di morte. La croce di Cristo non è forse sembrata un intervento di morte? Eppure era un intervento di vita.

Attraverso l’obbedienza del Figlio tutta l’umanità ha cambiato il suo itinerario, anche se poi ciascuno deve percorrere personalmente il cammino di questo cambiamento.

Questo dunque il primo Il primo insegnamento che viene a noi dalla festa di oggi: la sapienza della croce è un cammino di cambiamento del cuore in cui ci apriamo alla rivelazione che Dio fa di se stesso e di noi. Nella persona di Gesù appare chi è Dio, ma anche chi è l’uomo.

Vorrei anche dire una parola sulla vostra professione. Tutti noi abbiamo la netta percezione di vivere su un terreno molto friabile. Nella storia dell’uomo ci sono stati cambiamenti epocali, come la nascita della scrittura e della stampa, per esempio. Noi viviamo nel tempo dello schermo, lo schermo dell’IPad e quello del computer, che tendono a sostituire la pagina del libro e la scrittura stessa, generando un grandissimo cambiamento di mentalità. Tanto più che questa rivoluzione è stata assunta da ideologie “decostruttive”: il potere, per poter imporsi, deve decostruire. È evidente che oggi si vuole decostruire l’uomo stesso, la sua coscienza, il bene e il male, la percezione del vero e del falso nel suo rapporto con la propria origine e il proprio fine. 

Il vostro lavoro intercetta quotidianamente questi temi. Non potete aiutare gli uomini e le donne se in questa “mobilità permanente” non riscoprirete ogni giorno un punto di consistenza che è proprio la sapienza della croce, cioè la manifestazione di Dio nella storia dell’uomo. Essa va ricompresa e rimeditata da voi ogni giorno, come l’asse portante della vostra vita e della vostra professione.

Il vostro è un lavoro difficile perché deve giudicare in un mondo in cui si dice che non ci deve più essere il giudizio; è una professione che deve valutare del bene e del male in un mondo in cui si dice che non c’è più né bene né male, o che bene e male possono essere stabiliti diversamente di giorno in giorno.

Voi siete chiamati a riscoprire chi è l’uomo, da dove viene, dove è indirizzato, quali sono le strade della sua realizzazione e della sua felicità. Il tema della felicità è un tema che spesso attraversa la professione di un avvocato. Persino il male, di cui siete spesso testimoni, lo si compie pensando di arraffare un po’ di felicità.

Mettetevi alla scuola di Cristo e della sapienza della croce per poter conoscere chi è l’uomo e che cosa può renderlo felice, per poter conoscere ciò che nell’uomo va in direzione contraria alla sua dissoluzione. Voi incrociate quotidianamente i problemi della dissoluzione delle famiglie, delle persone; venite in contatto con molti delitti e potete fare molto. Non si tratta di sostituire il compito dei predicatori, dei preti o dei padri spirituali. Con la vostra umanità dovete farvi compagni di strada degli uomini e delle donne, per aiutarli a trovare le vie per la guarigione delle loro ferite e anche per accogliere la necessità del pentimento.

Offro questa santa Messa per voi e per tutti i vostri fratelli e sorelle che con voi condividono la stessa professione. Il Signore vi dia forza e vi permetta ogni giorno di entrare nella sapienza della croce per poter essere compagni di strada autentici delle persone che vi sono affidate.

Amen.

Comunicato stampa UGCI Reggio Emilia del 28.12.2020

Dai giornali pubblicati nei giorni immediatamente precedenti il Natale e dalle voci che si sono susseguite nei giorni successivi è emersa una situazione nell’avvocatura reggiana degna di attenzione e preoccupazione.

Senza volere entrare nel merito di una questione, sulla quale già oggi si è detto molto e sussurrato anche di più, riteniamo sia interesse di tutti focalizzarsi sui principi che difendono e tutelano il decoro della nostra professione.

Condividendo i principi deontologici che regolano l’attività dell’avvocatura, riteniamo fondamentale che non solo nel processo, ma anche nello svolgimento degli incarichi pubblici e nella vita privata sia indispensabile che nulla comprometta la reputazione e l’immagine della professione.

Astenendoci da un giudizio che non ci compete, non essendo a conoscenza piena di quanto sia effettivamente avvenuto, siamo tuttavia in dovere di riaffermare con estrema chiarezza che deve essere evitato tutto ciò che possa compromettere la percezione di indipendenza ed autonomia della avvocatura, che sono ciò che la contraddistingue.

La correttezza e la trasparenza delle nostre azioni garantiscono la stima e l’onore degli avvocati nella opinione pubblica.

La lealtà nell’agire, il continuo confronto con chi viene rappresentato, l’attenta cura della propria onorabilità devono essere una tensione costante per tutti gli avvocati, ed ancora di più per chi li rappresenta.

L’avvocato, chiamato a far parte delle Istituzioni forensi, deve adempiere l’incarico con diligenza, indipendenza e imparzialità. (art. 69 LPF)

Nel momento in cui si diffonde il dubbio di poca trasparenza, chi si è visto coinvolto in tali situazioni, se non può giustificarsi adeguatamente, per rispetto dell’avvocatura e della propria dignità deve valutare l’opzione delle dimissioni dalle cariche che ricopra a nome degli avvocati.

In questo modo dimostrerà che ogni azione è stata e viene fatta nell’interesse della professione forense, e fugherà così ogni sospetto di interessi personali, nonché ipotesi di strumentalizzazioni della carica, e tutelando se stesso tutelerà tutta la categoria dal punto di vista personale, oltre che professionale.

Speriamo che, superato il triste momento che l’avvocatura reggiana sta attraversando, i rappresentanti presenti e futuri degli avvocati si attengano ai principi deontologici che sempre devono contraddistinguerli.

Unione Giuristi Cattolici Italiani – unione locale di Reggio Emilia

Il presidente

Avv. Federica Davoli

Intervento dell’avv. Federica Davoli – Presidente Unione Giuristi Cattolici di Reggio Emilia, alla messa del 17.12.2020

Quando ho saputo che il Vangelo di oggi parlava della genealogia di Nostro Signore Gesù Cristo, mi sono chiesta, d’istinto, cosa c’entrasse la genealogia di Gesù con il nostro lavoro di avvocati.

In realtà, questa genealogia ci fa capire che Gesù è il culmine e il punto d’arrivo delle profezie dell’Antico Testamento, da cui inizia il completamento e il perfezionamento della promessa.

Il giudice Livatino, in una sua famosa conferenza del 1968, pose in parallelo l’AT con il codice Giustinianeo, rilevando che l’AT è un insieme di regole, tutte della stessa importanza indipendentemente dal tempo in cui sono state emanate, tutte caratterizzate dalla forte valenza etica: il diritto è visto come strumento per realizzare sì un ordine terreno, ma soprattutto la civitas dei e, nell’immediato, la salvezza delle persone.

L’uomo, senza Dio e senza gli esempi di chi ha vissuto in profondità il Vangelo, cammina nelle tenebre. Anche nella nostra società scientista, nella quale l’uomo pensa di poter dominare tutto, è importante che l’uomo di scienza sia anche uomo di fede. L’esempio di S. Ivo (patrono degli avvocati) ci insegna che il diritto è uno strumento che permette di conoscere la realtà umana più in profondità e di capire quanto la sua Creazione sia avvenuta nel segno dell’Amore. La Fede permette di indirizzare il diritto verso il suo fine ultimo, ovvero l’uomo e il suo mondo nel senso della Verità, che è Dio.

Con la sua venuta Gesù perfeziona la legge mosaica, che egli non rinnega e da cui parte: la norma giuridica nella predicazione di Gesù tende alla perfezione morale della persona secondo il programma della salvezza.

Per avviare l’uomo alla civitas Dei, non bastano la Giustizia e la legge, che possono fermarsi alla rigida formalità tipica dei farisei, è necessario il loro completamento con la legge dell’amore, amore a Dio e ai fratelli perché immagine di Dio, quindi amore non riducibile alla semplice solidarietà umana.

Mondo della fede e mondo del diritto sono in continuo rapporto fra loro. Gli avvocati si occupano di cose umane, ma è loro compito considerarle nella visione di Dio. Il giurista partecipa al mondo della fede e a quello del diritto, impegnato nella realizzazione, nel diritto, dei valori evangelici.

La preghiera e l’azione coerente sono estremamente importanti: si deve cercare il dialogo nell’ascolto e nell’amore, così come non si devono mai dimenticare la fedeltà, la fermezza e la comunicazione di verità e principi evangelici. Perché il diritto non sia solo guida, ma anche scudo e ancora di salvezza, deve essere un diritto certo, un diritto giusto, un diritto concreto. Avere accantonato alcune regole per non dispiacere alle maggioranze ha diminuito la difesa delle persone, specie le più deboli.

GP2 nel suo discorso all’UGC del 1982 sottolineò la necessità di valorizzare ogni forza che miri “all’attuazione dell’etica cristiana nella scienza giuridica, nell’attività legislativa, giudiziaria, amministrativa e in tutta la vita pubblica”, richiamando il monito di S. Paolo VI (convegno Università Cattolica del 1973) su quanto sia importante sentire cum ecclesia anche nell’ambito del diritto 

Oggi la nostra società sta attraversando una grave crisi, una crisi di ognuno e di tutti, una crisi di valori, una crisi della giustizia, una crisi nel riconoscimento e nella tutela dei diritti, che vengono quotidianamente e sistematicamente attaccati e violati dagli organi che, per precetti costituzionali, sarebbero preposti alla loro difesa.

Si presenta allora la necessità per i giuristi, persone d’ordine, di ribadire regole e principi non per amore di una fissità, ma per cercare di proteggere prima le persone, vittime potenziali, per evitare che lo divengano realmente. In mancanza di un intervento attivo, il relativismo individualistico, già assorbito normativamente, sarà non più solo mentalità dominante, ma pensiero unico.

Fede significa missione, più che non mestiere, e l’avvocato cattolico ha fede negli insopprimibili valori umani, aspira alla bontà e alla pietà, vede il diritto come “forza della coscienza morale”. Come disse Calamandrei, la luce della morale e della fede possono dare luce e calore alla fredda opera dei giuristi.

Se volessimo continuare la nostra meditazione, potremmo trovare anche nelle altre letture di oggi spunti molto significativi per noi giuristi.

Il salmo, riferendosi al Messia, dice: “O Dio, affida al re il tuo diritto, e al figlio del re la tua giustizia. Egli giudichi il popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia … Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace…. “

All’Alleluia abbiamo sentito il versetto: “O Sapienza dell’Altissimo / che tutto disponi con forza e dolcezza / vieni a insegnarci la via della saggezza”.

Con tutto questo risulta evidente come la Scrittura presenti come primaria nella vita sociale l’attività giuridica, come sottolinei la necessità della sapienza divina perché l’applicazione della legge diventi realizzazione della giustizia e come questa sia premessa necessaria per la pace.

Queste profezie sono in certo qual modo anche un programma di vita per ognuno di noi e il fondamento costante delle attività di tutta l’associazione. 

L’invito alla sapienza, il monito alla giustizia, la promessa della pace siano anche alla base dei nostri auguri natalizi.

Spunti di diritto comparato: l’Irlanda e la Chiesa di Roma, ieri e oggi

Avv. Isabella Albertini

Il legame storico tra Irlanda e le istituzioni della Chiesa di Roma dall’arrivo nell’isola di Palladio e San Patrizio nel 432 d.C. all’organizzazione diocesana di modello continentale voluta da Sant’Anselmo d’Aosta1arcivescovo di Canterbury nel secolo XII, alla cui giurisdizione ecclesiastica era sottoposta la Chiesa irlandese, si andò consolidando in ripetuti attestati di devozione da parte della popolazione dell’isola nei confronti del Vescovo di Roma. Così avvenne quando nel 1536 i nobili irlandesi si opposero alla decisione del re d’Inghilterra Enrico VIII di introdurre in Irlanda l’Anglicanesimo come religione di stato; la Chiesa cattolica irlandese fu spogliata dei suoi beni e delle sue chiese conferiti alla Comunione Anglicana, molti vescovi furono martirizzati o costretti all’esilio.

Tutti i cattolici vennero privati dei diritti civili e politici e la supremazia venne garantita ai notabili protestanti fedeli alla Corona Inglese, ma la religione cattolica sopravvisse clandestinamente tra le persecuzioni, che si alleggerirono gradualmente sino alla promulgazione dell’Act of Emancipationdel 18292: l’emancipazione dei cattolici rappresenta un tentativo di ‘distensione politica’ seguita alla proclamazione del Regno Unito di Gran Bretagna (Inghilterra and Scozia) e Irlanda3e riportò una stagione di fiorente espansione con l’edificazione di nuove cattedrali dove i cattolici ritornarono presto maggioranza.

Le organizzazioni nazionaliste e repubblicane irlandesi per l’indipendenza dalla Corona Britannica ispirate dalle rivoluzioni illuministe di fine settecento, mai animate da matrice anti-clericale, portarono nel secolo XX alla sottoscrizione degli accordi anglo-irlandesi del 6 dicembre 19214, col riconoscimento dello Stato libero irlandese5da cui furono escluse sei contee della provincia settentrionale dell’Ulster prevalentemente unioniste e protestanti (Irlanda del Nord); ne seguì una sanguinosa guerra civile e un tormentato processo di consolidamento politico-istituzionale complicato da opposizioni interne sull’adesione al trattato. considerato da alcuni, in ispecie l’Irish Republican Army, un trattato di compromesso. 

Tali fatti interessarono il pontificato di Papa Ratti Pio XI; con lui la diplomazia vaticana seppe conciliare efficacemente il sostanziale interesse all’indipendenza di un Paese di cattolici devoti con l’esigenza di ricostruire relazioni diplomatiche e un dialogo con il mondo anglosassone strategico al riposizionamento universalistico del Vaticano nello scenario internazionale; la nunziatura apostolica di Dublino fu istituita nel 1929 con il breve apostolico De Romanorum Pontificumdi Pio XI.

La fine della guerra civile nel 1923 non significò la fine degli spari nelle strade di Dublino, gli omicidi politici e le incursioni armate continuarono nei primi anni ’30, e produssero ancora recrudescenze di matrice terroristica negli anni settanta.

L’economia dell’isola prevalentemente agricola ha attraversato non pochi momenti di tragedia, come la carestia del 1845; le classi meno fortunate afflitte dallo storico problema abitativo di baraccopoli malsane in cui le scarse condizioni igieniche e malattie come la tubercolosi decimavano la popolazione, così come le persecuzioni politico-religiose e le frustrate ambizioni indipendentiste, alimentarono il massiccio fenomeno migratorio irlandese con destinazioni privilegiate verso Stati Uniti e la vicina Inghilterra; le molte vocazioni al sacerdozio popolarono il mondo di missionari irlandesi. 

Il Paese è stato duramente colpito dalla crisi economica del 2008 e ha dovuto affrontare un percorso analogo a quello della Grecia di grandi tagli alla spesa pubblica, il rilancio è stato costruito con l’attrazione di capitali stranieri a fiscalità agevolata, la cdDouble Irish Strategy, divenendo sede europea di molte aziende con sede negli Stati Uniti tra cui i colossi della new economyApple, Facebook e Google. 

Quando il 3 novembre 2011, il governo irlandese comunicò la notizia del ritiro del proprio ambasciatore in Vaticano per ragioni di carattere “esclusivamente economico” optando per un ambasciatore non residente, il tempismo della decisione destò ai più qualche sospetto, viste le fratture diplomatiche esplose in merito agli scandali di pedofilia nelle parrocchie e nei collegi cattolici dell’isola.

Nel luglio 2011 il Premier Enda Kenny al Parlamento irlandese aveva accusato il Vaticano di non aver fermato gli abusi sessuali sui minori commessi dai preti cattolici; quello stesso giorno Mons. Martin, vescovo di Dublino, in una intervista radiofonica, aveva replicato che era il vescovo di Cloyne ad aver disatteso le norme della Lettera “De delictis gravioribus” imposte dall’allora cardinale Ratzinger a tutta la Chiesa Cattolica con la riforma motu proprioSacramentorum sanctitatis tuteladi Giovanni Paolo II nel 20016.

Benedetto XVI diede al governo irlandese la più cristallina risposta nominando il 26 novembre di quell’anno, quale Nunzio Apostolico in Irlanda, Mons. Charles John Brown, arcivescovo titolare di Aquileia già Officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede.

La battaglia tuttavia era ben più ampia e involgeva l’arresto che intendevano infliggere alla missione pastorale della Chiesa Cattolica nel mondo certi establishmentlobbiesanche Oltreoceano.

Dopo la rinuncia di Papa Ratzinger al Soglio petrino, Papa Francesco ricevette in udienza il 5 aprile 2013 il Prefetto della CDF Mons. Gerhard Ludwig Müller, che riferì nel comunicato a seguire: “il Santo Padre ha raccomandato in particolar modo che la Congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali…“.

Seguì nel 2014 il ritorno dell’ambasciatore residente presso la Santa Sede, l’invito a visitare l’Irlanda, l’annuncio che la Giornata Mondiale delle Famiglie 2018 avrebbe avuto luogo proprio a Dublino e la visita di Papa Francesco in Irlanda, momenti di relativo riavvicinamento nelle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, ma la politica irlandese nel mentre prendeva sempre più distanze dai contenuti predicati nel Vangelo.

Pur se la popolazione è in larghissima parte cattolica, l’Irlanda è oggi un Paese secolarizzato a colpi di referendum, che nel 2015 ha approvato i matrimoni omosessuali e ha poi modificato l’Adoption Act 2010 riconoscendo l’adozione alle coppie omosessuali, nel 2018 ha approvato una legge sull’aborto e abrogato l’ottavo emendamento (che conferiva tutela costituzionale e giuridica al nascituro), tant’è che gli ospedali cattolici che accedono a finanziamenti pubblici non possono esercitare obiezione di coscienza; sempre nel 2018 ha abrogato il reato di blasfemia.

* * * * *

L’Irlanda ha un ordinamento giuridico di common law, il che rende ogni analisi comparatistica col nostro sistema giuridico piuttosto fuorviante; alcuni commentatori hanno rilevato che le misure assunte dal governo nel presupposto del contrasto all’emergenza pandemica da Covid-19 fossero non adeguatamente supportate dal dettato costituzionale irlandese, ove si recita che lostato di emergenzapuò essere dichiarato dalle Camere in tempo di guerra o rivolta armata; il presupposto tuttavia è stato storicamente applicato e interpretato in maniera estensiva allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando tale condizione venne riferita all’Irlanda pur se non belligerante nel conflitto, e anche nel periodo successivo, nell’assunto che le circostanze richiedessero il mantenimento di determinate misure per più lungo tempo, sicché il periodo emergenziale irlandese legato al secondo conflitto mondiale si protrasse sino al settembre del 1976, quando fu rapidamente e nuovamente ripristinato per il conflitto con l’Irlanda del Nord fino al cessate il fuoco dell’IRAnel febbraio 1995.

Dal primo caso accertato nello Stato il 29 febbraio scorso, il governo ha varato un pacchetto di aiuti alla sanità di 3 miliardi di euro, chiuso le scuole e molte strutture pubbliche dal 13 marzo, diffuso raccomandazioni per la popolazione e per i pubblici esercenti sino all’approvazione parlamentare in data 20 marzo dell’Health Act 2020per la Conservazione e Protezione e altre misure di emergenza nell’interesse pubblicocon adozione di regolamenti più stringenti a cura del ministero della Sanità7e alla legge sulle misure di emergenza di carattere economico assunte nell’interesse pubblico (Covid-19) 2020, ossia l’Emergency Act 2020.

Tutte le misure sono state assunte nel momento di relativa incertezza politica seguito all’esito del voto popolare del 18 febbraio 2020 da cui è risultato primo il partito nazionalista repubblicano Sinn Féin, sprovvisto dei seggi per governare da solo, secondo il partito nazionalista di destra Fianna Fàil e terzo il partito nazionalista cristiano democratico del premier uscente Leo Eric Varadkar: notizia recente è che l’Irlanda dal 15 giugno ha un governo inedito di alleanza tra i due partiti di centro destra Fianna FàilFine Gael-storicamente antagonisti- e i Verdi.

Quanto alle paventate restrizioni alla libertà di culto di questi mesi, va osservato che non è intervenuto un espresso divieto di celebrazione delle funzioni religiose né proibiti i funerali; pur tuttavia, in ottemperanza a raccomandazioni generali, nella seconda metà di marzo le tre confessioni protestanti Chiesa d’Irlanda, Presbiteriana e Metodista hanno sospeso le messe domenicali e giornaliere; la Chiesa Cattolica ha sospeso le messe pubbliche riservandole in forma privata o ricorrendo alla pastorale in streaming, analoghe sospensive sono state proclamate dalla Chiesa ebraica e dal Consiglio irlandese degli Imam. 

La Chiesa cattolica in Irlanda, unica nell’isola senza distinzioni tra la Repubblica d’Irlanda ed Irlanda del Nord, è parte della Chiesa cattolica sotto la guida spirituale del sommo pontefice; è organizzata in quattro province ecclesiastiche (Armagh, Cashel e Emily, Dublino, Tuam) da cui dipendono le 22 diocesi del suo territorio.

Esemplare il caso della diocesi transfrontaliera di Clogher8, dove il vescovo ha dovuto tenere conto di due diverse linee guida di salute pubblica9. Nell’Irlanda del Nord alle chiese e a molti altri edifici pubblici è stato ordinato di chiudere al pubblico il 28 marzo, ad eccezione dei servizi onlinee dei funerali con indicazione del governo di limitare il numero di familiari a 10; la diocesi di Clogher ha comunque sospeso funzioni e funerali dal 28 marzo al 4 maggio, riaprendo per consentire a un massimo di 10 persone in lutto di partecipare ai funerali nella chiesa.

Vero è comunque, tornando alla Repubblica d’Irlanda, che anche in occasione nelle annuali epidemie influenzali il Ministero della Salute ha raccomandato l’adozione di precauzioni dedicate alle funzioni religiose, come l’invito a non celebrare in presenza di sintomi, applicare regole di sanificazione per le parti delle chiese soggette ad uso promiscuo, suggerire agli ammalati di non prendere parte a funzioni, di schermare la tosse con fazzoletti monouso e l’impiego di soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani.

Dai dati del Dipartimento della Salute al 16 giugno scorso si ricava che i casi di Covid-19 diagnosticati sono stati in tutto 25.334 e il numero totale di decessi legati alla malattia è di 1.709, mentre 18 nuovi casi sono stati confermati. Dati assoluti da rapportare alla popolazione, che non raggiunge i 5 milioni di abitanti, e che premiano il tracciamento dei contatti e la sorveglianza attiva attuata dai medici della sanità pubblica irlandese e dai loro teamsu tutti i casi Covid-19 individuati fino ad oggi.

La Fase 2 era attesa per il 4 maggio, e nell’immediato non si è pensato di disciplinare il ripristino delle messe a porte aperte. Questo ha lasciato interdetti i leaderreligiosi che hanno sottoscritto una nota critica verso l’esecutivo, riconoscendo tuttavia come “in questo momento non sarebbe opportuno considerare un pieno ritorno alle funzioni pubbliche, a parte quelle funebri con un numero limitato di persone“; i funerali in alcune diocesi cattoliche erano stati temporaneamente sospesi,e sono gradualmente ripresi col limite per i partecipanti a un massimo di 10 persone – e solo ai membri della famiglia o agli amici intimi, se il defunto non ha familiari.

Il 14 maggio scorso il capo del governo uscente Varadkar ha incontrato i rappresentanti della Chiesa cattolica, l’arcivescovo Eamon Martin, l’arcivescovo Diarmuid Martin e l’arcivescovo Kieran O’Reilly per condividere “idee sulla riapertura dei luoghi di culto nel corso dell’estate”.

Dal lunedì 8 giugno l’Irlanda è entrata nella seconda fase di gestione dell’emergenza sanitaria: la libertà di circolazione è ripristinata all’interno delle contee di residenza o fino a 20 km per scopi sociali e ricreativi; sono possibili riunioni di massimo sei persone, all’interno o all’esterno, mantenendo una distanza interpersonale di due metri.

E’ ripartito il settore commerciale e dei servizi, ma le strutture che per loro natura comportano uno stretto contatto con altre persone per ora dovranno rimanere chiuse. Le biblioteche sono state riaperte. Spettacoli ed eventi possono tenersi a porte chiuse, senza pubblico, per essere filmati e diffusi.

Per salvaguardare la salute pubblica, i regolamenti limitano il numero di persone che possono partecipare a determinati eventi interni ed esterni (sociali, ricreativi, culturali, di intrattenimento, sportivi, di comunità o educativi) a 15 persone. È un reato organizzare o far organizzare un evento di questo tipo in cui il numero di persone presenti supera le 15 persone.

Secondo la Roadmapriconfigurata dal Governo la Fase 3 inizierà il 29 giugno e la Fase 4 il 20 luglio, sono in corso lavori per determinare cosa può aprire in ogni fase10: nell’attesa di poter riprendere il culto pubblico nelle chiese irlandesi, è stato reso noto dalla Conferenza episcopale cattolica irlandese un documento contenente linee guida per un ritorno alla celebrazione pubblica della Messa e dei Sacramenti11in nove fasi, che delinea le necessarie valutazioni del rischio e le misure di sicurezza richieste in preparazione per la ripresa delle funzioni religiose al chiuso su entrambi i lati del confine irlandese.

In Irlanda del Nord, con la prima fase del piano per allentare le misure di blocco, è stato consentito alle chiese di riaprire per la preghiera privata; il primo ministro dell’Irlanda del Nord, Arlene Foster, ha affrontato la questione dei servizi religiosi al chiuso il 2 giugno scorso, istituendo un gruppo di lavoro, che coinvolge chiese e altri gruppi di fede, per “discutere il modo migliore per raggiungere in modo sicuro la riapertura graduale dei luoghi di culto“.

L’arcivescovo di Tuam, Michael Neary, presidente del Consiglio di Dottrina e del Comitato teologico della Conferenza episcopale cattolica irlandese, ha accompagnato la pubblicazione delle linee guida con una propria riflessione pastorale12preconizzando che il ricorso all’internet, oggi imposto ai sacerdoti dalla pandemia, possa giovare domani al servizio della Fede, della Parola, e di una Chiesa, pur decimata nelle vocazioni, ma di nuovo vicina ai credenti.

1http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-anselmo-d-aosta_(Dizionario-Biografico)/

2https://www.britannica.com/event/Catholic-Emancipation

3Nel 1801 con l’Atto dell’Unione tra Gran Bretagna (Inghilterra and Scozia) e Irlanda e la nascita del Regno Unito omonimo fu abolito il parlamento irlandesee la capitale Dublino fu condannata a un pesante declino.

4Il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda terminò ufficialmente il 15 gennaio 1922, quando l’accordo del 1921 fu ratificato dal governo provvisorio guidato da Michael Collins in Irlanda. 

5Lo Stato libero era parte del Commonwealth, solo nel 1949 viene proclamata la Repubblica d’Irlanda indipendente dalla Corona.

6In virtù del motu proprioSacramentorum sanctitatis tuteladi Giovanni Paolo II (2001) fu attribuita alla Congregazione per la Dottrina della Fede la competenza riservata alla trattazione del delitto contro la moralecommesso da un chierico con un minore di anni 18, imponendo all’ordinario o gerarca obbligo di segnalazione alla Congregazione dei casi vagliati ad esame preliminare, affinché avocasse o fornisse linee guida all’accertamento.

7L’Health Act2020è intervenuto sull’Health Act del 1947 introdotto per fornire codificazione completa alla prevenzione della diffusione di malattie infettive, conferisce al ministero della Sanità il potere di emanare regolamenti “per prevenire, limitare, minimizzare o rallentare la diffusione di Covid-19” come l’introduzione di norme che limitano la circolazione dentro e verso lo Stato, richiedono alle persone di rimanere nelle loro case, vietano lo svolgimento di eventi e la previsione di un regime di detenzione per le persone potenzialmente infette. 

8La diocesi transfrontaliera di Clogher si trova a cavallo del confine irlandese, accogliendo quasi tutta la contea di Fermanagh e parte della contea di Tyrone nell’Irlanda del Nord e nella Repubblica d’Irlanda comprende tutta la contea di Monaghan e porzioni di contee Donegal, Louth e Cavan. 

9https://www.bbc.com/news/uk-northern-ireland-52577090 

10https://www.gov.ie/en/news/58bc8b-taoiseach-announces-roadmap-for-reopening-society-and-business-and-u/?referrer=http://www.gov.ie/roadmap/

11https://www.catholicbishops.ie/2020/06/09/statement-of-the-irish-catholic-bishops-conference-on-the-publication-of-the-framework-document-for-a-return-to-the-public-celebration-of-mass-and-the-sacraments/

12https://www.catholicbishops.ie/2020/06/09/archbishop-michael-neary-reflects-on-church-life-and-covid19-do-you-believe/