Auguri di pasqua 2021

“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!” (MT10,26-31)

Inviamo affettuosi auguri per una Santa Pasqua.
Il presidente e il direttivo UGCI Reggio Emiliaavv. Federica Davoli

Apertura biblioteca capitolare in Reggio Emilia

Desideriamo condividere il nuovo progetto, al quale il Vescovo mons. Massimo Camisasca ha dato inizio: i lavori per l’apertura al pubblico della Biblioteca Capitolare, che troverà la sua sede nel Palazzo dei Canonici.

Si tratta senza ombra di dubbio di un’opera molto importante, che darà lustro alla diocesi e alla città e, si spera, permetterà una elevazione culturale del tessuto sociale in cui tutti operiamo.

Alleghiamo la lettera che la segreteria del Vescovo ha diramato, con le parole del nostro pastore e il progetto per la ristrutturazione dei locali.

Se qualcuno desidera contribuire con un versamento, ci sono anche le modalità operative.

Omelia nella santa Messa per l’Unione dei Giuristi Cattolici di Sua Eccellenza il Vescovo Massimo Camisasca

Festa dell’Esaltazione della Santa Croce

Vescovado, 14 settembre 2020

Cari amici,

questa nostra celebrazione si svolge nella festa dell’Esaltazione della santa Croce, da essa vorrei trarre il primo insegnamento per l’anno che inizia e anche per voi che vivete a strettissimo contatto con le problematiche, talvolta anche feroci, della vita di oggi.

Croce vuol dire salvezza. Lo abbiamo sentito nelle parole del vangelo di Giovanni. Dio non è venuto per condannare il mondo ma per salvarlo, non per condannare gli uomini ma per salvarli (cfr. Gv 3. 17). Oggi la parola salvezza viene pronunciata spesso con molta superficialità. Il cammino verso la salvezza è un cammino verso Colui che ci attende a braccia aperte. Nello stesso tempo è un cammino verso Colui che ha un profondo rispetto della nostra libertà e della nostra storia personale. Perciò chiede alla nostra vita di essere liberamente e ragionevolmente incamminata verso di lui. In altre parole chiede un cammino di conversione. Come abbiamo appena ascoltato nel Libro dei Numeri, nel deserto il popolo si domandava perché Dio li mettesse così alla prova. Forse è la stessa domanda che ci siamo posti noi in questi mesi passati, durante il periodo difficile del Covid. Troppo sbrigativamente abbiamo risposto che Dio non c’entra con il Covid. Invece Dio c’entra con tutto, anche se Lui non è la causa del male. Egli si serve del male, come si è servito del tradimento di Israele nel deserto, per condurlo alla salvezza attraverso la conversione. 

La conversione, nell’Antico Testamento, passa sempre attraverso degli eventi scioccanti come in questo caso i morsi dei serpenti che uccidono moltissime persone del popolo. L’intervento di Dio scuote il cuore dell’uomo per aiutarlo a riconoscere dove sta il bene e dove sta il male.

Talvolta l’uomo è così profondamente dimentico del bene e attratto dal male che, senza una scossa, non si riprende. La croce è questa scossa, evento centrale della storia del mondo che potremmo guardare per ore e ore senza riuscire a penetrarlo. È un evento sempre nuovo, sempre sconvolgente, sempre superiore ad ogni possibile categoria umana. È l’evento di Dio che attrae il cuore dell’uomo. Talvolta, per aprire in lui la strada dell’attrazione, Dio interviene in un modo che sembra un intervento di morte. La croce di Cristo non è forse sembrata un intervento di morte? Eppure era un intervento di vita.

Attraverso l’obbedienza del Figlio tutta l’umanità ha cambiato il suo itinerario, anche se poi ciascuno deve percorrere personalmente il cammino di questo cambiamento.

Questo dunque il primo Il primo insegnamento che viene a noi dalla festa di oggi: la sapienza della croce è un cammino di cambiamento del cuore in cui ci apriamo alla rivelazione che Dio fa di se stesso e di noi. Nella persona di Gesù appare chi è Dio, ma anche chi è l’uomo.

Vorrei anche dire una parola sulla vostra professione. Tutti noi abbiamo la netta percezione di vivere su un terreno molto friabile. Nella storia dell’uomo ci sono stati cambiamenti epocali, come la nascita della scrittura e della stampa, per esempio. Noi viviamo nel tempo dello schermo, lo schermo dell’IPad e quello del computer, che tendono a sostituire la pagina del libro e la scrittura stessa, generando un grandissimo cambiamento di mentalità. Tanto più che questa rivoluzione è stata assunta da ideologie “decostruttive”: il potere, per poter imporsi, deve decostruire. È evidente che oggi si vuole decostruire l’uomo stesso, la sua coscienza, il bene e il male, la percezione del vero e del falso nel suo rapporto con la propria origine e il proprio fine. 

Il vostro lavoro intercetta quotidianamente questi temi. Non potete aiutare gli uomini e le donne se in questa “mobilità permanente” non riscoprirete ogni giorno un punto di consistenza che è proprio la sapienza della croce, cioè la manifestazione di Dio nella storia dell’uomo. Essa va ricompresa e rimeditata da voi ogni giorno, come l’asse portante della vostra vita e della vostra professione.

Il vostro è un lavoro difficile perché deve giudicare in un mondo in cui si dice che non ci deve più essere il giudizio; è una professione che deve valutare del bene e del male in un mondo in cui si dice che non c’è più né bene né male, o che bene e male possono essere stabiliti diversamente di giorno in giorno.

Voi siete chiamati a riscoprire chi è l’uomo, da dove viene, dove è indirizzato, quali sono le strade della sua realizzazione e della sua felicità. Il tema della felicità è un tema che spesso attraversa la professione di un avvocato. Persino il male, di cui siete spesso testimoni, lo si compie pensando di arraffare un po’ di felicità.

Mettetevi alla scuola di Cristo e della sapienza della croce per poter conoscere chi è l’uomo e che cosa può renderlo felice, per poter conoscere ciò che nell’uomo va in direzione contraria alla sua dissoluzione. Voi incrociate quotidianamente i problemi della dissoluzione delle famiglie, delle persone; venite in contatto con molti delitti e potete fare molto. Non si tratta di sostituire il compito dei predicatori, dei preti o dei padri spirituali. Con la vostra umanità dovete farvi compagni di strada degli uomini e delle donne, per aiutarli a trovare le vie per la guarigione delle loro ferite e anche per accogliere la necessità del pentimento.

Offro questa santa Messa per voi e per tutti i vostri fratelli e sorelle che con voi condividono la stessa professione. Il Signore vi dia forza e vi permetta ogni giorno di entrare nella sapienza della croce per poter essere compagni di strada autentici delle persone che vi sono affidate.

Amen.

Comunicato stampa UGCI Reggio Emilia del 28.12.2020

Dai giornali pubblicati nei giorni immediatamente precedenti il Natale e dalle voci che si sono susseguite nei giorni successivi è emersa una situazione nell’avvocatura reggiana degna di attenzione e preoccupazione.

Senza volere entrare nel merito di una questione, sulla quale già oggi si è detto molto e sussurrato anche di più, riteniamo sia interesse di tutti focalizzarsi sui principi che difendono e tutelano il decoro della nostra professione.

Condividendo i principi deontologici che regolano l’attività dell’avvocatura, riteniamo fondamentale che non solo nel processo, ma anche nello svolgimento degli incarichi pubblici e nella vita privata sia indispensabile che nulla comprometta la reputazione e l’immagine della professione.

Astenendoci da un giudizio che non ci compete, non essendo a conoscenza piena di quanto sia effettivamente avvenuto, siamo tuttavia in dovere di riaffermare con estrema chiarezza che deve essere evitato tutto ciò che possa compromettere la percezione di indipendenza ed autonomia della avvocatura, che sono ciò che la contraddistingue.

La correttezza e la trasparenza delle nostre azioni garantiscono la stima e l’onore degli avvocati nella opinione pubblica.

La lealtà nell’agire, il continuo confronto con chi viene rappresentato, l’attenta cura della propria onorabilità devono essere una tensione costante per tutti gli avvocati, ed ancora di più per chi li rappresenta.

L’avvocato, chiamato a far parte delle Istituzioni forensi, deve adempiere l’incarico con diligenza, indipendenza e imparzialità. (art. 69 LPF)

Nel momento in cui si diffonde il dubbio di poca trasparenza, chi si è visto coinvolto in tali situazioni, se non può giustificarsi adeguatamente, per rispetto dell’avvocatura e della propria dignità deve valutare l’opzione delle dimissioni dalle cariche che ricopra a nome degli avvocati.

In questo modo dimostrerà che ogni azione è stata e viene fatta nell’interesse della professione forense, e fugherà così ogni sospetto di interessi personali, nonché ipotesi di strumentalizzazioni della carica, e tutelando se stesso tutelerà tutta la categoria dal punto di vista personale, oltre che professionale.

Speriamo che, superato il triste momento che l’avvocatura reggiana sta attraversando, i rappresentanti presenti e futuri degli avvocati si attengano ai principi deontologici che sempre devono contraddistinguerli.

Unione Giuristi Cattolici Italiani – unione locale di Reggio Emilia

Il presidente

Avv. Federica Davoli

Intervento dell’avv. Federica Davoli – Presidente Unione Giuristi Cattolici di Reggio Emilia, alla messa del 17.12.2020

Quando ho saputo che il Vangelo di oggi parlava della genealogia di Nostro Signore Gesù Cristo, mi sono chiesta, d’istinto, cosa c’entrasse la genealogia di Gesù con il nostro lavoro di avvocati.

In realtà, questa genealogia ci fa capire che Gesù è il culmine e il punto d’arrivo delle profezie dell’Antico Testamento, da cui inizia il completamento e il perfezionamento della promessa.

Il giudice Livatino, in una sua famosa conferenza del 1968, pose in parallelo l’AT con il codice Giustinianeo, rilevando che l’AT è un insieme di regole, tutte della stessa importanza indipendentemente dal tempo in cui sono state emanate, tutte caratterizzate dalla forte valenza etica: il diritto è visto come strumento per realizzare sì un ordine terreno, ma soprattutto la civitas dei e, nell’immediato, la salvezza delle persone.

L’uomo, senza Dio e senza gli esempi di chi ha vissuto in profondità il Vangelo, cammina nelle tenebre. Anche nella nostra società scientista, nella quale l’uomo pensa di poter dominare tutto, è importante che l’uomo di scienza sia anche uomo di fede. L’esempio di S. Ivo (patrono degli avvocati) ci insegna che il diritto è uno strumento che permette di conoscere la realtà umana più in profondità e di capire quanto la sua Creazione sia avvenuta nel segno dell’Amore. La Fede permette di indirizzare il diritto verso il suo fine ultimo, ovvero l’uomo e il suo mondo nel senso della Verità, che è Dio.

Con la sua venuta Gesù perfeziona la legge mosaica, che egli non rinnega e da cui parte: la norma giuridica nella predicazione di Gesù tende alla perfezione morale della persona secondo il programma della salvezza.

Per avviare l’uomo alla civitas Dei, non bastano la Giustizia e la legge, che possono fermarsi alla rigida formalità tipica dei farisei, è necessario il loro completamento con la legge dell’amore, amore a Dio e ai fratelli perché immagine di Dio, quindi amore non riducibile alla semplice solidarietà umana.

Mondo della fede e mondo del diritto sono in continuo rapporto fra loro. Gli avvocati si occupano di cose umane, ma è loro compito considerarle nella visione di Dio. Il giurista partecipa al mondo della fede e a quello del diritto, impegnato nella realizzazione, nel diritto, dei valori evangelici.

La preghiera e l’azione coerente sono estremamente importanti: si deve cercare il dialogo nell’ascolto e nell’amore, così come non si devono mai dimenticare la fedeltà, la fermezza e la comunicazione di verità e principi evangelici. Perché il diritto non sia solo guida, ma anche scudo e ancora di salvezza, deve essere un diritto certo, un diritto giusto, un diritto concreto. Avere accantonato alcune regole per non dispiacere alle maggioranze ha diminuito la difesa delle persone, specie le più deboli.

GP2 nel suo discorso all’UGC del 1982 sottolineò la necessità di valorizzare ogni forza che miri “all’attuazione dell’etica cristiana nella scienza giuridica, nell’attività legislativa, giudiziaria, amministrativa e in tutta la vita pubblica”, richiamando il monito di S. Paolo VI (convegno Università Cattolica del 1973) su quanto sia importante sentire cum ecclesia anche nell’ambito del diritto 

Oggi la nostra società sta attraversando una grave crisi, una crisi di ognuno e di tutti, una crisi di valori, una crisi della giustizia, una crisi nel riconoscimento e nella tutela dei diritti, che vengono quotidianamente e sistematicamente attaccati e violati dagli organi che, per precetti costituzionali, sarebbero preposti alla loro difesa.

Si presenta allora la necessità per i giuristi, persone d’ordine, di ribadire regole e principi non per amore di una fissità, ma per cercare di proteggere prima le persone, vittime potenziali, per evitare che lo divengano realmente. In mancanza di un intervento attivo, il relativismo individualistico, già assorbito normativamente, sarà non più solo mentalità dominante, ma pensiero unico.

Fede significa missione, più che non mestiere, e l’avvocato cattolico ha fede negli insopprimibili valori umani, aspira alla bontà e alla pietà, vede il diritto come “forza della coscienza morale”. Come disse Calamandrei, la luce della morale e della fede possono dare luce e calore alla fredda opera dei giuristi.

Se volessimo continuare la nostra meditazione, potremmo trovare anche nelle altre letture di oggi spunti molto significativi per noi giuristi.

Il salmo, riferendosi al Messia, dice: “O Dio, affida al re il tuo diritto, e al figlio del re la tua giustizia. Egli giudichi il popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia … Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace…. “

All’Alleluia abbiamo sentito il versetto: “O Sapienza dell’Altissimo / che tutto disponi con forza e dolcezza / vieni a insegnarci la via della saggezza”.

Con tutto questo risulta evidente come la Scrittura presenti come primaria nella vita sociale l’attività giuridica, come sottolinei la necessità della sapienza divina perché l’applicazione della legge diventi realizzazione della giustizia e come questa sia premessa necessaria per la pace.

Queste profezie sono in certo qual modo anche un programma di vita per ognuno di noi e il fondamento costante delle attività di tutta l’associazione. 

L’invito alla sapienza, il monito alla giustizia, la promessa della pace siano anche alla base dei nostri auguri natalizi.